Discorsi di macchine

21/03/12


Lancia, rimembri ancor……

Nella foto la Lancia Gamma berlina, presentata nel 1976. Una linea strepitosa (firmata Pininfarina) che unisce all’opulenza dei volumi linee tese di estrema raffinatezza. Un Cx di 0,30, strabiliante per i tempi. Un pregiato motore boxer interamente in alluminio che in quel momento è anni luce avanti rispetto alle rivali Mercedes, BMW e Citroen.
La Gamma è l’auto dei ministri e delle alte cariche nazionali, dei ricchi, delle belle signore con le loro collane di perle e il loro odore di buono che l’autista accompagna a fare shopping.
Da otto anni nel gruppo Fiat, la casa di Chivasso deve sottoporre ogni progetto alla direzione di Torino, ma ha ancora carta bianca per quanto riguarda le soluzioni tecniche che per tradizione devono essere innovative, sofisticate e (così si lamentano in Fiat) costose da realizzare. Ma è così che vuole il Lancista, un cliente esigente che chiede di correre ma senza rinunciare al lusso discreto dentro e fuori e che possiede una capacità di spesa e una cultura automobilistica superiore alla media. Un cliente fortunato che, solo per citare alcune prime mondiali, ha
potuto guidare la prima vettura al mondo con carrozzeria a scocca portante (Lambda, 1922), quella col primo sei cilindri montato trasversalmente (Aurelia, 1950) e che dalla Beta (1971) in poi ha potuto contare sul Superduplex Lancia, un sistema frenante che applica il principio aeronautico di ridondanza dei sistemi e si mantiene efficiente anche in caso di grosse avarie. La Gamma è pensata per loro, è l’erede designata della magnifica Flaminia, della più discreta Flavia e della 2000, vero concentrato di tecnologia.
Ma la Gamma è al tempo stesso l'apogeo e il canto del cigno, l’ultimo segno incisivo lasciato da Lancia e probabilmente da tutta l’industria automobilistica nazionale, nel segmento difficile e poco remunerativo delle grandi ammiraglie di lusso.
Avrà purtroppo inizialmente problemi di affidabilità che la casa, rallentata dalle logiche del gruppo Fiat, non riuscirà a risolvere con prontezza e che offuscheranno irrimediabilmente il prestigio del modello e del marchio.
Non è soltanto Fiat a togliere il vento dalle vele alla Gamma, ci si mette anche il Governo che vara una tassazione estremamente penalizzante per le cilindrate superiori a 2000 cc (La Gamma ne ha 2500). Si cerca di rimediare con un motore da due litri, ma il danno è fatto: il nuovo propulsore non è in grado di garantire qualità dinamiche all'altezza della vettura.
Prodotta in soli 15292 esemplari (6789 per l’affascinante Coupé) è oggi, con un valore in costante ascesa, un investimento sicuro per i collezionisti.

Donna

04/03/12


1968: l’infermiera militare Donna Hamilton consola un bambino vietnamita raccolto poche ore prima dai fanti americani, piangente, accanto al cadavere della madre uccisa in un bombardamento della US Air Force sul suo villaggio.L’autore di questa foto, John Olson, trascorse due anni in Vietnam dove restò ferito due volte. Successivamente, a soli 21 anni, divenne il più giovane fotografo in servizio per Life. Il suo grande talento e la giovane età gli permisero di realizzare immagini inconsuete come questa. Sono tanti gli elementi che rendono questa foto così potente: Il magistrale uso della luce. La testura sgranata e rarefatta delle due figure umane. Le manine del piccolo che si aggrappano alla casacca dell’infermiera per trattenere a se almeno questa madre. La salvietta delicatamente posata sotto la sua guancia. Tutti questi elementi guidano il lettore in un lento avvicinamento allo sguardo di Donna che è il focus di tutta l'immagine. Si riesce a leggere attraverso lo sguardo di Donna come attraverso l’acqua: l'angoscia, il disorientamento morale, ma anche la fierezza. E’ sicuramente vero: villaggi di contadini pacifici furono bombardati indiscriminatamente. Nell'infernale pantano di Da-Nam i marines pieni di rabbia e di anfetamine compirono un massacro di donne e bambini di tali proporzioni che persino il Congresso americano, certamente non mansueto, dovette prendere provvedimenti. E vero: c’è un’altra foto celebre che ritrae una bambina vietnamita mentre corre, completamente nuda, sull’argine di una risaia con il corpo ustionato dal napalm. E’ vero però anche che ci furono dei soldati che fecero la scelta estrema dell'insubordinazione. E’ vero che il personale medico americano era in gran parte composto da volontari e in grandissima parte da civili. Alcuni di loro scelsero con forti rischi personali di difendere la popolazione civile cercando di restituire quello che i loro stessi politici e generali, scellerati, toglievano. Lo fecero con piccoli e grandi gesti, spesso istintivi, che non di rado restavano incomprensibili anche a loro stessi. Molto probabilmente fu questo l’appiglio che permise loro, dopo la caduta di Saigon, di tirarsi fuori dal pantano ancora più infernale della Post Traumatic Shock Disease e dell'ipocrita ostracismo dei loro connazionali.