"Ich bin nicht euer Superstar".

07/04/10



Il monologo teatrale Jesus Christus Erlöser (Gesù Cristo Redentore) fu rappresentato per la prima volta dall’attore Klaus Kinski (1926-1991) il 20 novembre 1971 nella Deutschlandhalle di Berlino davanti a cinquemila spettatori. La durata prevista era di novanta minuti, Kinski però riuscì a terminare solo dopo le due di notte. Successe di tutto: il pubblico si ribellò, ci furono grida di “fascista!” e “stronzo!” al suo indirizzo, alcuni spettatori salirono sul palco e s’impadronirono del microfono, molti lasciarono la platea e lo stesso Kinski si ritirò più volte dietro le quinte. Le critiche sui giornali del giorno seguente furono totalmente negative e si avanzarono ancora una volta dubbi sulla sanità mentale di Kinski. Ci fu una seconda rappresentazione il 27 novembre a Düsseldorf. Il resto della tournee fu annullato a causa dell’insolvenza dell’organizzatore. Quella fu l’ultima apparizione teatrale di Kinski.



Ho tradotto qui la chicca più celebre di quella nottata berlinese. È Kinski che parla. Lunghi capelli biondi, aria parecchio sinistra:



“Non sono il Cristo ufficiale della Chiesa, che viene tollerato tra i poliziotti, i banchieri, i giudici, i boia, gli ufficiali, i boss della Chiesa, i politici e simili rappresentanti del potere. Non sono la vostra superstar!” grida Kinski al suo pubblico. Il pubblico risponde con grida di “buhh” e, quando inizia a serpeggiare la disapprovazione, Kinski continua a infuriarsi: “Chiudete la bocca!” Uno spettatore sale sul palco e suggerisce che Gesù non avrebbe detto “Chiudi la bocca!”

Kinski furioso: “No, non avrebbe detto chiudi la bocca, avrebbe preso una frusta e gliela avrebbe sbattuta su grugno! Questo avrebbe fatto! Brutto coglione!”



Il seguito della storia viene raccontato nel bellissimo documentario “Mein liebster Feind” (Il mio nemico più caro) di Werner Herzog (1999). Nel 1972, il regista bavarese riesce a portare Kinski con se in Perù per girare il suo film a budget limitato “Aguirre, der Zorn Gottes” (Aguirre, il furore di Dio). Kinski offre una performance straordinaria, benché non completamente apprezzata dai critici contemporanei. Nella grandiosa scena finale, su una zattera alla deriva sul fiume, egli delira in mezzo a un branco di piccole scimmie. Herzog racconta che Kinski arrivò sul set ancora completamente identificato col suo Gesù Cristo teatrale, deriso e disconosciuto.



Untitled Max mi ha citato il 7 aprile

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi sembra che nel monologo Kinski concluda con "Du dumme Sau!" che credo significhi "Sei una stupida scrofa!"

La tua traduzione è eccellente, ma come mai hai tradotto "Brutto coglione!"

Dario ha detto...

Ehii... ma qui siamo a livelli da fini linguisti!

Scherzi parte, sei molto attento/a. Se hai visto il documentario, non ti è sfuggito proprio nulla. In questo aiuta anche la dizione esemplare di Kinski.

Effettivamente, la traduzione letterale di quell'insulto tipicamente germanico è proprio quella indicata da te. Tuttavia, ho optato per una traduzione meno letterale perché in italiano "stupida scrofa" ha poco senso. Come non avrebbe senso in tedesco, per esempio, il partenopeo "chiagn'e fotte"